Lunedì 29 Aprile 2024

Fury di testa, le follie di un altro Tyson maledetto del ring

Il campione del mondo di boxe, positivo alla cocaina e vittima della depressione, prima si ritira e poi smentisce

Tyson Fury, ormai fuori controllo

Tyson Fury, ormai fuori controllo

Bologna, 5 ottobre 2016 - Nomen OmenTyson Fury fa e disfa tutto da solo. Nel giro di mezza giornata il re dei pesi massimi ha detto «mi ritiro, la boxe è triste» per poi rimangiarsi tutto con un «no, sono qui per restare». Fuori di testa, proprio come il mitico e ex dannato Iron Mike. Il legame nominale, siglato all’anagrafe dal papà di Fury, pure lui pugile, comincia ad assumere aspetti inquietanti.

Colpi di scena a ripetizione, non solo nelle conferenze stampa dove s’è presentato vestito da Batman, o dopo le vittorie, quando pigliava il microfono cantando a squarciagola gli Aerosmith. L’ultimo exploit è stato da ko, da autodistruzione. Il 22 settembre è risultato positivo alla cocaina, rischiando così di perdere le sue corone mondiali.

Una botta pesantissima: il 29 ottobre Tyson Fury avrebbe dovuto affrontare a Manchester per la rivincita iridata Wladimir Klitschko, il colosso ucraino dominatore della categoria per quasi una decade prima di cedere sotto i colpi di questo inglesone di alto 2 metri e 6 centimetri, di origini gitane. «Difenderò il titolo» ha detto, ma l’incontro non si farà. E ora? Su Fury c’è l’ombra pesante della depressione, che attanaglierebbe il campione e gli avrebbe fatto disertare i meeting di presentazione con scuse risibili. E sullo sfondo ci sarebbero altri test antidoping. L’orlo del baratro per un campione eclissatosi troppo in fretta